De Rosa (Ingegneri): L’efficientamento energetico è la chiave per migliorare il Paese
"L’Italia dovrebbe dotarsi di sistemi di produzione dell’energia, possibilmente con fonti rinnovabili, ed efficientare tutti i sistemi: civili ed industriali. Ed è su questi aspetti che i bonus governativi possono giocare un ruolo fondamentale. Questo binomio, fonti rinnovabili ed efficientamento, se enfatizzato avranno un minore impatto sui consumi energetici nazionali"
Efficientamento energetico degli edifici, eco bonus, super bonus. Ma anche il peso energetico della guerra fra Russia e Ucraina e le possibilità di ottimizzare i consumi per le case degli italiani. Di tutto questo e di molto altro ne abbiamo parlato con l’ingegner Raffaele De Rosa (in foto), esperto di gestione dell’energia e consigliere dell’Ordine degli Ingegneri di Napoli.
Iniziamo da un dato di cronaca: la guerra fra Russia e Ucraina, che ha un peso ingente nel quadro degli approvvigionamenti europei ed italiani sul tema dell’energia, quanto impegna sul tema dell’efficientamento energetico degli edifici pubblici e privati, sui bonus e sulle ristrutturazioni? E cosa possono fare i proprietari di immobili per consumare meno?
“E’ una domanda complessa a cui rispondere, nella misura in cui non ne risentiamo in termini di bonus, almeno non direttamente e immediatamente. Invece, questo conflitto ha una portata importante e a medio termine sul tema della gestione dell’energia: molta dell’energia che consumiamo è prodotta con l’ausilio del gas e sul metano, di cui noi siamo importatori da diverse Nazioni tra cui la Russia. Motivo per cui, questo conflitto che sta inflazionando il sistema della distribuzione del gas e dell’energia, si ripercuoterà inevitabilmente sull’economia del paese con gli aumenti economici del caso. Poiché l’Italia non è un Paese energeticamente indipendente, le conseguenze saranno dirette sull’economia reale, quindi nelle tasche dei cittadini. Per mitigare questa situazione l’Italia dovrebbe dotarsi di sistemi di produzione dell’energia, possibilmente con fonti rinnovabili, ed efficientare tutti i sistemi: civili ed industriali. Ed è su questi aspetti che i bonus governativi possono giocare un ruolo fondamentale. Questo binomio, fonti rinnovabili ed efficientamento, se enfatizzato avranno un minore impatto sui consumi energetici nazionali. Questi spunti possono dare idea dell’impatto sull’economia del conflitto che esiste fra la Russia e l’Ucraina”.
Secondo alcune direttive europee, l’Italia dovrebbe migliorare la percentuale di edifici energeticamente efficienti. Immaginiamo il caso di una città come Napoli, con complessi residenziali antichi, con condomini e appartamenti costruiti nel boom edilizio avvenuto fra gli anni ’60 e ’80. È un obiettivo che siamo in grado di raggiungere?
“E’ un obiettivo raggiungibile, sebbene il patrimonio edilizio italiano sia molto variegato ed a Napoli in particolare esiste un costruito storico da preservare. Infatti, la tecnologia in questi anni è evoluta in maniera tale da poter ottenere un buon efficientamento senza avere l’invasività sul patrimonio esistente. Ma se la crescita in tale ambito è avvenuta molto lentamente, con i bonus che si sono susseguiti sono partiti dal 36% e sono arrivati al 110%, è facile comprendere che si tratta di un problema culturale di un Paese che non fa proselitismo in tal senso. Per tornare alla domanda, sia Napoli che il resto d’Italia possono avere una buona risposta in termini di raggiungimento dell’obiettivo”.
Potrebbero esserci contromisure da adottare?
“Potrebbe essere verosimile immaginare in un futuro prossimo in cui il Governo renderà obbligatorie alcune misure, soprattutto quando le sanzioni dell’Europa saranno pesanti: oggi, ad esempio, si può costruire solo a partire dalla classe C in termini energetici, nella cui scala di riferimento la A è la migliore e la G la peggiore, però non ci sono controlli. Va quindi riformato il sistema: con una formazione adeguata a partire dai tecnici e dalle imprese edilizie”.
Ma costa di più costruire in questo modo?
“No, soprattutto sul lungo periodo è una tipologia di investimento che poi rende migliori le abitazioni, perché consumeranno sempre di meno. Ad esempio, in Valle d’Aosta dove fa molto freddo è impossibile trovare un’abitazione di classe G, perché non ha alcun mercato: chi acquista sa che sarà più sostenibile una casa di classe A++. Da noi questo non accade, un po’ per mentalità, anche se abbiamo il problema opposto delle temperature più alte in estate. Allora, l’obbligo non serve a nulla se non si programmano interventi di cambiamento che incidano tanto sulla formazione di chi andrà a lavorare tanto sulla capacità di sostenere un efficientamento energetico massivo. Certo è che, prima o poi, occorrerà per forza adeguarsi all’esigenza di avere edifici ottimizzati energeticamente”.
È stata notizia di cronaca delle scorse settimane il danno erariale di circa 4 miliardi, a seguito dei controlli effettuati dall’Agenzia delle Entrate, dovuto ad un utilizzo improprio dei crediti di alcuni bonus. Il Governo, però, secondo le dichiarazioni del Ministro Daniele Franco, ha tutta l’intenzione di continuare con questa tipologia di misura… Quindi cosa accadrà per tutelare il cittadino?
“Preciso che il danno economico è stato fatto per gran parte con il bonus facciate, in cui non era previsto alcun controllo ma la procedura prevedeva un’autodichiarazione senza obbligo di asseverazione. Con il superbonus e gli ecobonus la situazione è molto diversa perché la misura già prevedeva un sistema di controllo. Quindi, da un lato, se c’è controllo c’è garanzia per la misura; dall’altro, se aumenta il controllo non deve poi bloccare l’intero sistema, come sembra stia accadendo con il decreto del 25 febbraio dove il tecnico, secondo l’interpretazione del Governo, è la causa di tutti i mali: non è così”.
Quindi quale scenario si prevede?
“Chiariamo che un tecnico se dichiara il falso è già punibile per legge; nella nuova legge, se pure omette un’informazione, corre il rischio di andare in galera da due a cinque anni. Significa il fallimento del sistema ecobonus, perché il tecnico non vorrà più asseverare e, di conseguenza, le imprese non potranno procedere alle cessioni. Ecco perché bisogna prevedere il giusto controllo a monte, perché le truffe sono sempre esistite, sono solo state applicate a questo sistema fiscale sull’edilizia per una mancanza di gestione iniziale. E ne stiamo pagando le pene noi come tecnici e le imprese serie”.
Cosa dovrebbe fare allora il Governo?
“Il Governo sta valutando di estendere la SOA alle imprese private, garantire la sostenibilità dei costi, tracciare la cessione del credito, chiedere il curriculum all’impresa che effettua i lavori. Nell’intervallo di tempo in cui il decreto diventerà definitivo si sta pensando di inserire queste riforme, ma vanno contestualizzate: non si può dare tutta la responsabilità ai tecnici, ma la direzione ormai è stata intrapresa. Resta però il problema temporale”.
In che senso?
“I bonus edilizi hanno generato un gettito di 17 miliardi nelle casse dello Stato: se c’è volontà questo sistema può essere addirittura autosostenibile, nel contrasto del nero, per l’incasso dell’ IVA. Non si può pretendere che tutto il sistema regga sulla responsabilità dei tecnici, è un sistema che va migliorato. E se vogliamo che questo sistema di cose continui, occorre una proroga per recuperare almeno il tempo perso negli ultimi mesi. Anche perché, sulla questione dei tecnici, non si è capito chi dovrebbe giudicare una presunta omissione: diventerebbe tutto opinabile, secondo interpretazione. Ci vuole un ennesimo correttivo per regolarizzare l’intera situazione e il superbonus avrà finalmente l’effetto sperato: avere un patrimonio immobiliare più efficiente dal punto di vista energetico e sismico e a costo zero per le famiglie”.
Volendo tracciare un bilancio delle misure, quanto sono state recepite e utilizzate dalla popolazione? “17 miliardi di gettito sono tanti, ma ancora pochi per quello che c’è da fare. Si è creato un corto circuito nel momento in cui si è pensato più all’aspetto pubblicitario della notizia e non a strutturarla nella forma e nella sostanza, perché mancava una programmazione alla base di tutto. Oggi le persone hanno paura delle truffe, generando un effetto negativo. Il cammino è ancora lungo da fare. Mi auguro, infine, che in tema superbonus si spinga anche alla riqualificazione sismica e non solo energetica, per evitare problemi futuri”
Di che tipo? Cosa potrebbe accadere?
“In molti casi se si inserisce un cappotto su un fabbricato a rischio sismico, gli eventuali quadri fessurativi (le crepe, ndr) saranno più difficili da riscontrare. Allora sarebbe opportuno, anche con un obbligo, di procedere al miglioramento sismico oltre che energetico soprattutto per gli edifici che hanno più di 50 anni, o procedere almeno con una verifica sismica prima di procedere con il cappotto termico. Ricordo che tutta l’Italia è in zona sismica, per cui è importante prevenire più che curare, per evitare danni alle persone”.