Ha avuto una forte eco sul piano nazionale la notizia che il neoeletto Sindaco di Melito Luciano Mottola abbia fatto sospendere l’erogazione del Reddito di Cittadinanza a tre cittadini che si sono rifiutati di aderire ai Progetti Utili alla Collettività (noti anche come PUC), azione prevista dalla normativa stessa della misura. Un modello di azione definita da più fonti come “virtuosa”, che non è passata inosservata, soprattutto per una città nota alla cronaca per altra tipologia di notizie: non ultima quella relativa al commissariamento dell’amministrazione cittadina, avvenuta nella scorsa primavera.
A seguito delle nuove elezioni, invece, qualcosa sta cambiando: Melito oggi conta 130 percettori di Reddito di Cittadinanza che si occupano del verde urbano, della vigilanza nei pressi degli edifici scolastici e dello spazzamento delle strade “nel rispetto” verso la “comunità melitese, e verso chi, magari per un semplice cavillo burocratico, non riesce ad ottenere il sussidio pur avendone reale bisogno”. Parole, queste, pronunciate dallo stesso primo cittadino.
Sindaco, ci racconti cosa sta accadendo a Melito di Napoli (NA) con il Reddito di Cittadinanza…
“Non stiamo facendo altro che applicare ciò che prevede la legge con il Reddito di Cittadinanza, ossia che i percettori di Reddito, qualora idonei e in attesa di collocazione in un’attività lavorativa, svolgano Progetti Utili alla Collettività (PUC). Questi fanno parte del novero delle azioni mirate all’interesse comune: ne abbiamo approvati quattro, anzi è notizia del giorno la partenza di quest’ultimo dedicato alla cura delle aree verdi. Gli altri, partiti nel recente passato, riguardano il supporto agli uffici comunali, lo spazzamento delle strade nelle ore in cui le stesse non sono coperte dal servizio di nettezza urbana e la vigilanza all’esterno delle scuole per il rispetto del distanziamento sociale che è il primo PUC ad essere partito. Impieghiamo circa 130 percettori di Reddito di Cittadinanza per questi progetti: è strano che si sia arrivati alla “ribalta” non per aver fatto partire i progetti ma per aver rispettato le regole, ossia aver segnalato all’INPS coloro che si sono rifiutati di svolgere i PUC cui, pertanto, va bloccata l’erogazione del Reddito”.
Come se lo spiega questo?
“Il problema è che, se da Napoli a Torino la stampa si è interessata a questa storia, è perché probabilmente risulta strano che un comune di frontiera come quello di Melito di Napoli abbia applicato in modo corretto le regole. Sembra quasi un paradosso che la lezione al Nord venga dal profondo Sud e, soprattutto, da una città altamente problematica come Melito”
Voi siete anche fra i primi ad essere partiti in Campania con i Progetti Utili alla Collettività…
“Si, già con la precedente amministrazione, quando ero ancora Assessore ai servizi sociali. Approvammo in Giunta i quattro progetti, ne riuscì a partire uno poi sospeso durante il periodo di commissariamento del Comune. Una volta insediato come Sindaco, abbiamo ripristinato ciò che è stato fatto e abbiamo spinto per la partenza degli altri progetti proprio per dare una risposta al territorio”.
Dato che lei già era assessore e, pertanto, ha seguito il processo in tutte le sue fasi, come valuta l’impatto del Reddito di Cittadinanza e dei PUC nella città?
(il Sindaco sorride, ndr) “Considerato lo stato di emergenza economico e sociale in cui viviamo, può essere considerato uno strumento valido. Ci sono però delle criticità, perché dovrebbe essere invece finalizzato all’inserimento lavorativo, cosa che oggi purtroppo non viviamo. Lo strumento del Reddito di Cittadinanza, quindi, è valido se collegato all’inserimento nel mondo del lavoro; oggi, nel terzo anno di programmazione, ancora non è decollato così come doveva essere. Ad esempio, all’epoca il Movimento 5 Stelle parlava di una sospensione del Reddito di Cittadinanza nel momento in cui il cittadino rifiutava la terza proposta lavorativa; nella realtà, si fa fatica a trovare veramente persone che in tre anni abbiano ricevuto addirittura tre offerte lavorative. Questo è il punto: lo strumento non è decollato così come prevede la legge. Se si aggiungono le lungaggini burocratiche e la mancanza di prospettiva a lungo termine, posso dire tranquillamente che il Reddito di Cittadinanza è uno strumento parziale, applicato solo da pochi comuni. Il famoso ritorno per la collettività ad oggi lo si vede solo in poche realtà e mi fa piacere, come Sindaco e cittadino, che Melito sia una di queste”.
Lei è stato eletto da pochi mesi: che visione di prospettiva ha per una città che ha vissuto molte complessità e si trova in un territorio difficile come la provincia di Napoli?
“Rappresentiamo uno dei comuni più complessi, quantomeno dell’area Nord. Melito aveva bisogno di darsi delle regole, perché abbiamo vissuto circa trent’anni in cui si è lasciato correre troppo e su tutto. Abbiamo basato la nostra amministrazione sulla trasparenza degli atti amministrativi, che dovrebbe essere una cosa scontata ma spesso, invece, ci troviamo di fronte a situazioni differenti; stiamo cercando di improntare quest’esperienza in modo differente”.
Ad esempio?
“Nel solo mese di dicembre 2022, il mio primo mese di amministratore della città, sono state triplicate le contravvenzioni rilevate rispetto ai precedenti undici mesi dello stesso anno. Non solo: nei miei primi quattro mesi da Sindaco sono quintuplicate le operazioni di contrasto all’abusivismo edilizio rispetto a quanto fatto nei precedenti dieci anni; per quanto riguarda l’abusivismo commerciale, ancora, gli interventi sono continui. Parlo di soli quattro mesi e mezzo di lavoro, ma ci tengo a dire che noi come città dobbiamo affrancarci dal pensiero che “tutti devono campare e tirare avanti”. Non è così: se fatto al di fuori delle regole e della legalità, non può essere accettabile. E questo vale anche per i percettori di Reddito di Cittadinanza: coloro che sono stati sorpresi a svolgere lavori in modo sommerso, sono stati sospesi ed è giusto che la Polizia Municipale ponga un freno a queste situazioni”
Una sfida complicata…
“Si, non sarà facile, ma Melito ha bisogno di regole e di riscattarsi. C’è stata, nel passato, un’abitudine troppo forte al lasciarsi andare e questo pensiero è purtroppo oggi ramificato. Ma credo anche che, se c’è una volontà amministrativa forte, anche una città come Melito potrà trovarsi, alla fine di questo quinquennio, ad avere dei risultati e ad essere migliore rispetto a come l’abbiamo trovata noi”.
Ma le risorse ci sono?
“No. Consideri che tutto quello che le ho raccontato avviene con soli 6 vigili urbani, di cui due per turno, per cui bisogna organizzarsi anche per fare semplicemente l’ordinario. Ma non molliamo”.
Come Comune della Città della Metropolitana di Napoli avrete la possibilità di ricevere fondi per il personale o per rafforzare le azioni amministrative, anche fra quelli previsti dal PNRR?
“Per quanto riguarda il PNRR, stiamo partecipando a tutte le progettazioni azioni utili, infatti stasera andremo in Consiglio per firmare lo schema di convenzione con la Stazione Unica Appaltate con il Provveditorato interregionale per le Opere Pubbliche, proprio perché da qui a qualche giorno andrà a gara l’appalto dei rifiuti, uno di quelli più attenzionati e a rischio di infiltrazioni malavitose. Soprattutto, come Comune vogliamo essere impegnati con il PNRR e per questo abbiamo scelto lo strumento che riteniamo più trasparente possibile, cioè l’affidarci al Provveditorato interregionale per le Opere Pubbliche. E’ chiaro che ci aspettiamo che il Governo, oltre a fare degli interventi come il Salva-Napoli, si interessi finalmente anche alle realtà di periferia come Melito e come altri comuni vicini”.
Qual è la situazione attuale?
“Al di là della situazione sociologica ed economica complicata, Melito vive con la spada di Damocle del dissesto finanziario. Per questo, anche dal punto di vista delle assunzioni, dobbiamo fare i conti con delle norme restrittive. Ci auguriamo che il Governo dia delle deroghe o delle autorizzazioni ad hoc per permetterci quantomeno di rimpinguare il corpo di Polizia Municipale. Non si può pensare che un comune come Melito, che conta circa 40mila abitanti, possa contare solo su 6 vigili urbani. Quindi, oltre a guardare Napoli, bisognerebbe guardare anche alla cintura metropolitana dove Melito, insieme agli altri comuni, grida interventi di aiuto al Governo Centrale. Melito è uno dei 13 comuni che sarà beneficiario di interventi di mobilità sostenibile previsti dal PNRR, con navette elettriche che collegheranno la città anche alla TAV di Afragola e all’Aeroporto di Capodichino. Riqualificheremo zone come quella del Maffettone, i cui lavori sono fermi da almeno dieci anni. In più, da domani inizieranno finalmente i lavori di restyling per la Villa Comunale, finora assenti”.