Superbonus, cosa succede con l’addio di Draghi?
Nel difficile percorso della misura volta a incentivare i lavori edili un nuovo rallentamento. Cosa comporta il crollo del Governo nel percorso del Superbonus? Lo abbiamo chiesto all'esperto Raffaele De Rosa
“Il problema non è il Superbonus, ma il meccanismo di cessione dei crediti disegnato senza discrimine o discernimento”: non ha usato mezze parole, come del resto ci ha abituato in questi mesi, il dimissionario Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi per spiegare cosa non abbia funzionato nel bonus per l’edilizia. Nel suo discorso datato 20 luglio in Senato, l’ex leader della BCE è stato chiaro: affronteremo le criticità della cessione dei crediti fiscali, ma al contempo chiuderemo i rubinetti. “Bonus meno generosi”, ha affermato Draghi in linea di massima. Il sicuramente rivedibile sistema di cessione del credito e i vari casi di truffe già accertate hanno di fatto paralizzato lavori e cantieri. La crisi di Governo e la conseguente caduta ha peggiorato le cose? La soluzione per quanti sono bloccati tarderà ancora ad arrivare? Jobs Network Online ne ha parlato con l’esperto Raffaele De Rosa, vicepresidente dell’Ordine degli Ingegneri di Napoli.
Ingegner De Rosa, cosa comporta la caduta del governo Draghi sul percorso che stava compiendo il “Superbonus”?
“Purtroppo la caduta del Governo comporta un ulteriore incertezza al sistema Paese e quindi al mondo bancario già diffidente nei confronti dello strumento fiscale, visti tutti gli orpelli a cui è sottoposto. È altresì vero che l’ultimo Governo non era proprio bonus-friendly, ma almeno una seppur flebile interlocuzione era possibile. Oggi tutto questo non c’è più.
È auspicabile che i Governi che si avvicenderanno pongano tra le priorità della propria agenda il Superbonus che di fatto resta uno strumento di opportunità sociale, economica e finanziaria per l’intero Paese”.
Quali sono le criticità che andavano “disbrigate” da questo Governo che sono rimaste al palo e quali gli interventi immediati che dovrà fare un nuovo esecutivo?
“Tra le principali criticità da affrontare, vi è sicuramente la possibilità di cedere i crediti senza limiti. La scelta di limitare le cessioni ha comportato un ulteriore blocco allo sviluppo del Superbonus a discapito delle imprese e dei professionisti. Se il problema per i governanti sono le frodi, allora bisogna intensificare i controlli a monte piuttosto che limitare le cessioni o inserire procedimenti arzigogolati.
Tra gli interventi da prevedere per efficientare il procedimento, c’è sicuramente una semplificazione nelle procedure che al contempo devono essere rigorose e controllate. Personalmente ritengo che rendere lo strumento fiscale strutturale sia un provvedimento auspicabile che può fare da volano all’intero comparto, come dimostrano i numeri pubblicati da ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili, ndr) che incoraggianti ma soprattutto dimostrano che il Superbonus è sostenibile”.
Quali sono le attuali prospettive di quanti sono “bloccati” in attesa che la situazione cambi?
“Purtroppo le prospettive non sono rosee. Chi in questo momento ha crediti sul cassetto fiscale, non riesce a cederli e sia sta indebitando per mandare avanti la propria realtà. Forse un pò di agio si è avuto con il dl Semplificazioni in cui è possibile cedere i crediti precedenti al 1 Maggio, ma purtroppo è acqua che non toglie la sete.
Bisogna buttare il cuore al di là dell’ostacolo non avendo timore di creare deficit visto che questo strumento serve al miglioramento del patrimonio edilizio del nostro Paese e genera benessere sociale al pari della costruzione di un ospedale o di una strada”.