Imprese sociali, da ottobre riaperte le domande per le agevolazioni
Duecento milioni di euro per favorire i programmi di investimento proposti da imprese sociali, culturali e creative e dalle cooperative onlus. Dopo la chiusura del 9 agosto, a partire dal 13 ottobre (ore 12:00) sarà possibile nuovamente presentare le domande per la misura agevolativa “Imprese dell’economia sociale“, riformata con l’obiettivo di semplificare e facilitare l’accesso ai finanziamenti.
La misura riproposta è stata promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) e fortemente voluta dal ministro Giancarlo Giorgetti che, contestualmente all’annuncio, ha dichiarato: “Oltre a favorire la competitività e lo sviluppo industriale del Paese, tra i compiti del MISE c’è anche quello di promuovere e rafforzare attività imprenditoriali che puntano a raggiungere obiettivi di particolare interesse pubblico e sociale su tutto il territorio nazionale”.
La misura diventerà operativa alla sottoscrizione della Convenzione tra il Ministero dello Sviluppo Economico, l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) e Cassa Depositi e Prestiti, mentre l’erogazione dei finanziamenti sarà gestita da Invitalia.
A chi si rivolge la misura
La misura si rivolge a:
- imprese sociali, comunque costituite, iscritte nell’apposta sezione del Registro delle imprese;
- cooperative sociali e i loro consorzi di cui alla legge 8 novembre 1991, n. 381 e successive modifiche e integrazioni, iscritti nell’apposito albo e nell’apposita sezione del Registro delle imprese in base a quanto disposto dall’articolo 1, comma 4, del decreto legislativo n. 112 del 2017 e successive modifiche e integrazioni;
- società cooperative aventi qualifica di onlus, nel rispetto delle disposizioni di cui agli articoli 101, comma 2, e 102, comma 2, del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117 e successive modificazioni e integrazioni;
- le imprese culturali e creative, costituite in forma di società di persone o di capitali, che operano o intendono operare nei settori economici elencati nell’allegato n. 1 del decreto direttoriale 8 agosto 2022.
Le imprese e cooperative che intendono accedere all’incentivo devono (alla data di presentazione della domanda) inoltre:
- essere regolarmente costituite e iscritte nel Registro delle imprese e inserite negli elenchi, albi, anagrafi previsti dalla rispettiva normativa di riferimento, ivi incluso il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS);
- trovarsi nel pieno e libero esercizio dei propri diritti e non essere in liquidazione volontaria o sottoposte a procedure concorsuali;
- avere sede legale e operativa ubicata nel territorio nazionale. Le imprese che non hanno sede nel territorio italiano devono essere costituite secondo le norme di diritto civile e commerciale vigenti nello Stato di residenza e iscritte nell’omologo registro delle imprese;
- trovarsi in regola con le disposizioni vigenti in materia di normativa edilizia e urbanistica, del lavoro, della prevenzione degli infortuni e della salvaguardia dell’ambiente ed essere in regola con gli obblighi contributivi;
- essere in regime di contabilità ordinaria;
- aver ricevuto una positiva valutazione del merito di credito da parte di una Banca finanziatrice e disporre di una delibera di finanziamento adottata dalla medesima Banca finanziatrice per la copertura finanziaria del programma di investimenti proposto. Nel caso di grandi imprese la valutazione della capacità economico-finanziaria deve assegnare all’impresa richiedente un rating comparabile almeno a B -;
- non aver effettuato, nei due anni precedenti la presentazione della domanda, una delocalizzazione verso l’unità produttiva oggetto dell’investimento e assumere l’impegno a non procedere alla delocalizzazione nei due anni successivi al completamento dell’investimento stesso.
Imprese sociali, per cosa serve l’incentivo
L’incentivo servirà ad agevolare gli interventi per imprese sociali e affini che siano non inferiori a 100mila euro e non superiori a 10 milioni di euro. L’importante è che da tali interventi vi sia una ricaduta positiva sul territorio. Le imprese possono presentare i programmi anche in forma congiunta, fino ad un massimo di sei soggetti co-proponenti. In tali casi, il programma d’investimento deve essere realizzato nel rispetto di un accordo di collaborazione.
Saranno agevolati gli interventi volti a:
- aumentare l’occupazione per le categorie svantaggiate,
- favorire l’inclusione di soggetti vulnerabili,
- valorizzare ambiente e/o tessuto urbano;
- valorizzare beni storico-cultuali;
- perseguire finalità culturali, creative o di altra utilità sociale.
Ammissibili a spesa anche:
- interventi sui fabbricati;
- interventi sulle infrastrutture aziendali;
- investimenti per programmi informatici;
- investimenti per brevetti;
- investimenti per licenze.
L’elenco dettagliato è disponibile sul sito del MISE.
Imprese sociali, come si struttura l’agevolazione
Ma in cosa consiste l’agevolazione? Il MISE spiega che si tratta della concessione di un finanziamento di durata fino a 15 anni (comprensivo di un periodo di preammortamento massimo di 4 anni) al tasso agevolato dello 0,5% annuo. Al finanziamento agevolato deve essere associato un finanziamento bancario, a tasso di mercato e di pari durata, erogato da una banca finanziatrice individuata dall’impresa.
Il finanziamento agevolato e il finanziamento bancario sono regolati in modo unitario da un unico contratto di finanziamento, per una percentuale di copertura delle spese ammissibili che può raggiungere l’importo massimo dell’80%.
Nell’ambito del contratto di finanziamento, una quota pari al 30% del finanziamento è costituita dal finanziamento bancario e la restante parte, pari al 70%, è costituita dal finanziamento agevolato; il finanziamento agevolato consente, pertanto, una copertura delle spese ammissibili per un importo massimo del 56%.