Fatturazione elettronica e regime forfettario: cosa succede in caso di ritardo
Per il contribuente distratto è possibile sanare la propria posizione. Ma quando scatta il ritardo?
La transizione per i liberi professionisti in regime fiscale forfettario verso la fatturazione elettronica, a breve d’obbligo, comporta un cambio di registro totale rispetto alla rudimentale gestione che spesso, soprattutto i piccoli professionisti a erogazione di prestazione, erano abituati a gestire.
Una delle domande che si ripete più spesso è: posso inviare una fattura elettronica in ritardo? La risposta è sì. Perché è vero che tutti possono distrarsi, che nessuno è perfetto e che gli errori si pagano, ma ammettendoli si paga un po’ di meno. Procediamo con ordine.
Come funziona la fatturazione elettronica
In generale, è bene ricordare che la fattura elettronica va emessa in un preciso momento. Questo preciso momento è legato alla tipologia di bene/servizio ceduto o erogato. Per i servizi, come nella maggior parte dei regimi forfettari, questa è legata al pagamento del corrispettivo della prestazione.
Si può parlare di:
- Fattura immediata: emessa e trasmessa all’SdI nel giorno dell’emissione e/o entro 12 giorni.
- Fattura differita: in caso di cessioni o prestazioni di servizio nello stesso mese allo stesso acquirente, può essere emessa una fattura differita entro il giorno 15 del mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione, documentata da un documento di trasporto o analogo.
Cosa accade se trasmetto in ritardo una fattura elettronica
Può capitare, quindi, di emettere una fattura ma dimenticare di trasmetterla. In tal caso si può incorrere in una sanzione da “euro 250 a euro 2.000“. Questa sanzione differisce da quella standard di omessa / tardiva / errata fatturazione che va “dal 90% al 180% con un minimo di 500 euro” in quanto i regimi forfettari ricadono per propria natura in una violazione che non modifica la liquidazione IVA.
Posso regolarizzare la mia posizione?
Se ho emesso una fattura in ritardo posso fare ravvedimento operoso, pagabile tramite F24 indicando l’annualità in cui è stato commesso l’errore. In tal caso la sanzione minima di 250 euro sarà ulteriormente ridotta a seconda delle tempistiche con cui il contribuente “distratto” decide di ravvedersi.