Superbonus 110% e truffe, dobbiamo aspettarci altri casi?
Il consulente Mario Palermo Cerrone è lapidario: "Le operazioni di queste ore sono solo la punta dell’iceberg di un sistema assolutamente rivedibile"
Immaginatevi a un tavolo di lavoro o al margine di una conferenza nel parlare con i vostri colleghi di questo Superbonus 110% ancora alle prime armi, valutarne bontà ed effetti e sentire qualcuno, da lontano, affermare: “Lo Stato perderà almeno 20 miliardi“. Venti miliardi di euro sono una cifra enorme, ma la stima di Mario Palermo Cerrone non si è allontanata così tanto dalla realtà. Almeno stando a quanto in queste ore scoprono inquirenti e forze dell’ordine sul territorio nazionale. Sei miliardi di truffa ai danni dello Stato sono già stati accertati e parliamo della “punta dell’iceberg” stando a quel che dice il consulente: “Le truffe sono state poste in essere senza neanche montare un ponteggio e/o aprire un cantiere; insomma, non hanno nulla a che vedere con i lavori di risanamento ed efficientamento”. Come a dire: questa è la parte evidente del raggiro, ma nelle pieghe di una legge “frutto della fretta” del legislatore ci sono ancora tanti e tanti problemi.
“La normativa e soprattutto i ripetuti interventi di modifica – spiega Palermo Cerrone – hanno sofferto dell’influenza della situazione di questi ultimi due anni: la pandemia ha emotivamente indotto il legislatore ad adottare soluzioni di breve/brevissimo periodo.Si è creata una sorta di corsa all’ultimo treno; la fretta, come noto, è cattiva consigliera. Considerata la questione nel complesso, il risanamento del patrimonio edilizio e l’adeguamento dello stesso a criteri di risparmio energetico, andavano a mio avviso pianificati sul lungo periodo con incentivi magari minori, ma certi e duraturi”.
Superbonus 110, quando la fretta è cattiva consigliera
“Le criticità del momento – continua Palermo Cerrone – sono la diretta conseguenza dell’intero impianto normativo. Il c.d. Bonus Facciate 90% ha sofferto di eccessiva magnanimità quanto a limiti e vincoli. L’impianto normativo del Superbonus 110% è stato invece decisamente più razionale ma non supportato da una visione di lungo termine”. Ma guai a bocciare l’iniziativa. “L’intenzione di base del Governo di ravvivare il settore dell’edilizia, ormai trainante per il nostro Paese, non può che trovarmi favorevole. Sicuramente chi ritiene opportuno cassare la norma appartiene al fronte del no sistematico – sostiene Cerrone – e oggi l’Italia paga le conseguenze dei tanti ‘No’, in tutti i settori”.
SOA, un rimedio efficace?
La soluzione quale poteva essere, allora? “Trattandosi di fondi pubblici, in estrema sintesi, sarebbe bastato trattare l’argomento utilizzando alcune procedure previste dal codice dei contratti pubblici. Una su tutte, una fideiussione assicurava/bancaria, prima della reale erogazione del credito“, sostiene il consulente.
E a proposito dell’attestazione SOA vista da molti come soluzione a quella che sta diventando una sorta d’emergenza, Palermo Cerrone rispone: “Sicuramente – sostiene Palermo Cerrone – ad averla adottata prima si sarebbe fatta una grande selezione. Le società in possesso di tale attestazione hanno comunque una struttura d’impresa preesistente. Ma non avremmo certamente fermato il fenomeno truffe”.