Le 3E dell’era Rainone all’ODCEC di Nola: efficacia, efficienza ed economicità
A tu per tu con il neoeletto presidente dei Commercialisti nolani: formazione, giovani e interlocuzione con gli altri soggetti della società civile al centro dell'azione da intraprendere.
Efficacia, efficienza ed economicità: tre parole chiave, tre punti cardine che ispireranno l’azione di Felice Rainone. Quarantotto anni, sposato e padre di due figli, Felice Rainone si può definire anche figlio d’arte: il padre Pietro è stato infatti il primo Presidente in assoluto dell’Ordine dei commercialisti nolano. Il neoeletto presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Nola, eletto con la lista “Continuità e innovazione“, vuole interpretare l’ODCEC come “la casa di tutti”. Lo abbiamo raggiunto per un’intervista che vuole essere soprattutto una sorta di linea guida sul come Rainone intende ottemperare al suo mandato.
Presidente Rainone, i commercialisti di Nola hanno scelto lei. Quali saranno le prime azioni della sua presidenza?
“Desidero ancora una volta ringraziare tutti i colleghi del sostegno e della fiducia che mi hanno accordato premiandomi con un consenso così ampio. Sono fiero dell’onore ricevuto ma ne avverto al tempo stesso anche onere. Voglio essere il presidente di tutti e non solo di quelli che mi hanno scelto, per questo ritengo che sia indispensabile l’unità e la compattezza della nostra categoria e la collaborazione di tutti per riuscire ad affrontare al meglio le sfide che ci attendono. L’ordine è la casa di tutti gli iscritti, e a tal fine voglio assicurare che tutte le scelte e le opportunità che l’Ordine sarà chiamato a gestire saranno patrimonio condiviso. E proprio perché l’Ordine è la casa di tutti, come in famiglia, il Consiglio dell’Ordine deve orientare il proprio operato ai principi di buon andamento della pubblica amministrazione in termini di efficacia, efficienza ed economicità. Sono convinto che è il momento di pensare di più ai propri doveri e non solo ai propri diritti, onde tramutare le difficoltà in opportunità e noi dobbiamo farci riconoscere quale volano dello sviluppo socio-economico del territorio in cui operiamo e presidio di competenza, legalità e giustizia sociale”.
Quali le criticità per la professione in un territorio per molti aspetti complesso?
“Nell’attuale contesto socio-economico, il commercialista deve confrontarsi con le molteplicità delle offerte di servizi professionali e imprenditoriali che competono sul mercato con le armi del prezzo, del marketing, delle risorse tecniche e umane. Il commercialista italiano ha sempre costruito la propria attività sul rapporto diretto con il cliente/utente e sulla capacità genetica di personalizzare e conformare le soluzioni alla realtà del caso. Dobbiamo credere fortemente nel valore aggiunto della consulenza quale insieme di conoscenze ed esperienze, anche specialistiche che solo i Commercialisti sono in grado di offrire. Ma la competenza nasce anche dalla specializzazione e dalla formazione”.
Quali le priorità e le azioni da mettere immediatamente in campo?
“La Formazione, dicevo, deve costituire per l’iscritto non solo un adempimento obbligatorio funzionale al conseguimento dei crediti formativi ma soprattutto lo strumento che crea vantaggio competitivo e valore nel tempo, il ché si realizza puntando su corsi e master connotati dall’alto profilo qualitativo e specialistico, che saranno erogati in concorso con la nostra fondazione ed in sinergia con le Università campane e le Scuole di formazione. Per valorizzare, tutelare, promuovere il nostro ruolo strategico a favore del territorio e per creare ponti verso le imprese, gli enti pubblici e privati e la gente comune, promuoveremo l’interlocuzione diretta, continua, fattiva con il Tribunale, l’Agenzia delle Entrate, gli Enti previdenziali, le Università, gli enti locali e tutte le istituzioni pubbliche e private del territorio. La visione che propongo si fonda sull’obiettivo di acquisire un forte ruolo sociale sul territorio coinvolgendo tutti gli iscritti per realizzare con le istituzioni locali, intese nella loro accezione più ampia, tutte quelle progettualità in grado di creare le condizioni per lo sviluppo economico-sociale del territorio a beneficio dei cittadini, anche attraverso l’interlocuzione con i soggetti pubblici e privati al fine di promuovere la presenza di rappresentanti dell’ordine nel contesto dei tavoli istituzionali che determinano, o almeno propongono, progettualità per lo sviluppo economico-sociale del territorio”.
Nel lungo periodo quali sono gli obiettivi che l’Ordine che ora presiede perseguirà?
“Abbiamo un dovere verso le nuove generazioni e per questo nel corso del mio mandato desidero e pretendo che i giovani siano al centro dei nostri progetti e delle nostre attenzioni. Lo sviluppo economico-sociale del nostro territorio dipende dalla capacità degli operatori pubblici e privati di creare una nuova “classe dirigente” in grado di affrontare le sfide del futuro. Ci sono diverse idee e progetti che intendo realizzare nel corso del mio mandato, in particolare:
- Attivare percorsi di “job placement” per i praticanti commercialisti che rendano concretamente attivo il periodo di praticantato con raccolte di manifestazioni di interesse per affiancare gli iscritti con maggiore anzianità negli incarichi pubblici e privati di particolare rilevanza professionale;
- Implementare una banca dati delle “ore professioni” per coinvolgere, sia i giovani praticanti, sia i nuovi iscritti, in progetti che li vedano impegnati in esperienze lavorative e formative,
- Promuovere e valorizzare i nuovi iscritti attraverso una forte azione politico-istituzionale volta a produrre partnership con enti pubblici e aziende foriere di opportunità per gli stessi”.