Welfare

PNRR, arrivano 1.250 milioni di euro per welfare e inclusione sociale

Assegnatari dei fondi gli Ambiti Territoriali, i Comuni e gli enti locali che si occupano della gestione dei servizi socio-sanitari. Anziani e famiglie in difficoltà al centro dei progetti, ma anche housing sociale.

Sono oltre 1.250 i milioni di euro del PNRR, assegnati dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per progetti e attrita nell’ambito del welfare e dell’inclusione sociale. I fondi sono stati assegnati agli Ambiti Territoriali Sociali (ATS), ai Comuni e agli enti locali che si occupano della gestione dei servizi socio -sanitari sui territori. Uno schema che segue dunque il processo di localizzazione che ha interessato l’intero sistema di welfare italiano.

Le ingenti risorse verranno utilizzate per l’assistenza delle persone vulnerabili e per gli anziani, per la creazione di nuovi percorsi di autonomia per disabili e progetti di housing sociale. Sono dunque l’inizio di un finanziamento che dimostra come il Recovery possa rappresentare un vero e proprio volano per la costruzione di un welfare locale più diffuso, efficiente e dinamico.

Una vera e propria valanga di fondi che sono già assegnati a progetti locali che vanno dalla creazione di nuovi servizi per le famiglie in difficoltà al rafforzamento dei percorsi già esistenti per i nuclei familiari vulnerabili. Molti sono i progetti comunali che prevedono la cosiddetta deistituzionalizzazione delle persone anziane e cioè la creazione di una rete di servizi di assistenza domiciliare per gli anziani in difficoltà. Ma non solo anziani e famiglie in difficoltà: i fondi del PNRR per l’inclusione sociale sono stati assegnati anche a progetti locali di housing sociale sia temporaneo che definitivo, con la possibilità da parte anche di giovani coppie di avere mutui agevolati.

La Regione Lazio, con 149,6 milioni di euro assegnati, è la prima in Italia per fondi del PNRR utilizzati sul welfare. Segue la Campania con 109,1 milioni di euro e la Toscana con 91,1. Al nord sono andati 690 milioni, più del 55% dei fondi, mentre al sud 322,5, ossia il 25,8% mentre al Centro 238,3 milioni pari al 19,05%. Proprio questa ripartizione ha creato alcune polemiche. I governatori e i sindaci, soprattuto nel Mezzogiorno, dove l’area del disagio e delle marginalità è più ampia rispetto alla media del Paese, si aspettavano di poter ricevere una quota maggiore del PNRR, soprattuto per quello che riguarda il welfare.

D’altronde il PNRR ha tra i suoi principali obiettivi quello della coesione territoriale e sociale che in Italia significa ridurre il gap storico che esiste tra il sud e il nord del Paese.

Il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, ha sottolineato l’importanza del PNRR e come strumento per mettere in piedi «un totale di circa 900 interventi a sostegno delle persone vulnerabili e per la prevenzione dell’istituzionalizzazione degli anziani non autosufficienti, a cui si affiancano – ha precisato il Ministro – i progetti di sostegno e supervisione da parte degli operatori sociali, al fine di consolidarne la professionalità, favorire la condivisione delle competenze e prevenire il fenomeno del burnout».

«Al centro dei progetti finanziati con il PNRR – ci tiene a precisare Orlando – c’è il sostegno alle persone senza dimora e in condizioni di povertà estrema. Saranno finanziati circa 500 progetti di housing first, ossia, di assistenza alloggiativa temporanea fino a 24 mesi in appartamenti raccolti in piccoli gruppi sul territorio. Inoltre, saranno costituite delle stazioni di posta, ovvero dei centri servizi per il contrasto alla povertà, aperti alla cittadinanza e integrati con i centri di accoglienza, le mense sociali, le ASL e i servizi per l’impiego (tirocini formativi), anche con il coinvolgimento attivo delle organizzazioni di volontariato».

Il PNRR inizia ad entrare nel vivo, ora tocca ai Comuni, agli Ambiti Territoriali Sociali e agli enti del welfare locale dimostrare la capacità di utilizzare i fondi in maniera efficiente, rompendo il preconcetto che, in alcune realtà locali si è cristallizzato, ha trasformato il welfare pubblico da investimento pubblico a spesa inutile.

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