Lavoro

Infortuni e malattie, le banche dati supporteranno le attività di vigilanza

Siglato nelle scorse ore un protocollo d'intesa quinquennale INAIL - INL per rafforzare la prevenzione

Maggior efficacia dei controlli per infortuni sul lavoro e malattie, con lo scopo quindi da un lato di rafforzare l’attività di prevenzione ma dall’altro di rendere più performante la vigilanza. Il tutto spingendo al massimo le banche dati. Questo, in sintesi, l’obiettivo del protocollo di durata quinquennale siglato da INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) e INL (Ispettorato Nazionale del Lavoro) alla presenza del Ministro del Lavoro Andrea Orlando.

“L’accordo odierno – spiega il Ministero in una nota – rientra perfettamente nelle azioni a favore del processo di implementazione del Sistema informativo nazionale per la prevenzione (SINP) nei luoghi di lavoro, previsto dal Testo unico in materia di salute e sicurezza“.

“Il Sinp – spiegano dall’INAIL – deve fornire dati utili per la pianificazione e valutazione dell’efficacia delle attività di prevenzione di infortuni e malattie professionali relativamente ai lavoratori, iscritti e non iscritti agli enti assicurativi pubblici”. Il tutto “nello spirito del dettato normativo”, quello che richiede espressamente sinergia tra gli attori per il contrasto al sommerso e ad altre forme di illecito richiamato dalla norma Orlando. E non a caso il responsabile del dicastero del Lavoro commenta laconico che finalmente si è “superata la gelosia del dato tipica della pubblica amministrazione“.

La firma del protocollo

Il protocollo è stato firmato dal direttore generale dell’INAIL Andrea Tardiola e dal direttore dell’INL Bruno Giordano. È un passo verso l’utilizzo di quelli che possono essere definiti a tutti gli effetti big data in possesso degli Istituti e che vedrà impegnati anche Regioni e Province autonome nel mettere in rete i flussi informativi già scambiati sui dati relativi all’andamento degli infortuni e delle malattie. Un futuro tutt’altro che distopico, in cui anche l’IA (Intelligenza Artificiale) sullo studio di tali dati può aiutare a indirizzare ispezioni mirate e quindi ottimizzare l’attività di sorveglianza. “Una pagina storica – la definisce Bruno Giordano – della prevenzione. Dopo aver atteso per anni l’avvio del Sinp, infatti, con l’avvio di questa collaborazione informatica portiamo a realizzazione l’ultimo dei più importanti tasselli previsti dal Testo unico sulla salute e sicurezza del 2008, che ci consentirà di migliorare l’attività ispettiva. La vigilanza, infatti, è innanzitutto programmazione, analisi dei dati, studio dei contratti e del mercato del lavoro”.

Insomma, dalla condivisione e analisi dei dati dei sistemi informatici è possibile ottenere indicazioni utili per comprendere eventuali schemi o situazioni sospette. Lo stesso Ministro Orlando ha commentato: “Il lavoro di coordinamento e definizione che è stato fatto è un enorme patrimonio, fondamentale per ottenere ispezioni intelligenti e sviluppare strategie che evolvano coerentemente nel tempo”.

Misure che vanno, del resto, nella direzione già da tempo annunciata dal Governo (uscente), non ultima nella cosiddetta norma Orlando che prevede esplicitamente per l’INAIL la creazione di sinergie ad hoc volte a contrastare sommerso e prevenire infortuni sul lavoro.

Quanti gli infortuni sul lavoro in Italia?

Sono 564mila gli “infortuni sul lavoro” registrati nel 2021 dall’Inail, come del resto riportato dallo stesso Istituto in occasione della Relazione Annuale. Sebbene il calo, in termini assoluti, è dell’1,5%, c’è ben poco da sorridere: la diminuzione è legata ai soli casi Covid che rispetto al 2020 sono passati da 150mila circa a 50mila circa. Esclusi questi “infortuni” Covid (uno ogni dodici circa nel 2021 rispetto a uno ogni quattro del 2020), la percentuale di infortuni sul lavoro cd. classici è al contrario in vertiginoso aumento: +20%.

Certo, ha influito il ritorno al lavoro in presenza, ma un aumento così forte è comunque motivo di riflessione. E, sebbene i dati siano viziati dal Covid, anche nel 2021 comunque le denunce di infortunio con esito mortale sono 1361 (di cui circa 200 causa Coronavirus). Un numero sempre troppo alto.

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